"Pedine spinte da un feroce Destino scivolano verso l’Inferno. Là, nell’ostile terra di Algol, antiche leggende colano nella realtà, corrompendola, e sotto una pioggia di cenere, anche il più valoroso dei guerrieri pagherà pegno. Intanto il tempo scorre e i cardini del cancello cigolano, pronti a piegarsi e rovesciare sui mortali la notte più lunga." |
«Non lo sono, dici? Guardati intorno cantore! Osserva gli sguardi di questi villani! La guerra incombe e la paura è l’amaro pasto che riempie loro il ventre più spesso della zuppa di questa bettola. E tu vuoi recare altro tormento, ripescando terrori dal passato per vomitarli nelle loro notti insonni?». Seguendo l’invito dell’ampio gesto dell’uomo, Taliesin passò in rassegna i volti puntati su di lui. Stanchi, affamati, spaventati. «Invero», convenne, riportando la propria attenzione sul gendarme, «Le montagne crollano, i mari gonfiano il petto e nelle loro fauci sprofondano isole e castelli. Interi popoli vagano esuli su una terra che si è risvegliata e ringhia. Cacciati da dimore spezzate, gli uomini degenerano in belve fameliche, pronte a dilaniare padri e fratelli per un tozzo di pane, per un brandello di valle da chiamare casa. La guerra incombe. E tu, soldato, davvero non vuoi sapere perché?». |
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Scuotendo il capo, l’uomo lasciò crollare le spalle. «Farebbe qualche differenza?». «Questo non lo so», ammise Taliesin compassionevole, «E lo lascio nelle tue mani. Ma se siedi ora, e bevi con me, ti narrerò i segreti che il tempo ha sepolto nel passato, perché verrà il momento in cui vorrai sapere per cosa combatti e in cosa credere. Siedi, soldato, e ti narrerò storie di gloria e di peccato e le leggende che le genti hanno obliato. Ti narrerò di cosa freme in questa terra. Ti narrerò di Atheris.. |